Un parere dell' Efsa conferma l'efficacia dei "betaglucani" nell'abbassamento dei livelli di colesterolo "cattivo" (LDL) nel sangue, riducendo, di conseguenza, il rischio cardiovascolare.
Alti livelli di colesterolo nel sangue (valori superiori a 200 mg/dl) sono il risultato di una sommatoria di fattori. Escludendo le cause genetiche o legate a disfunzioni, un'ipercolesterolemia è da imputare, come è ben risaputo, ad una scorretta alimentazione.
Va detto che il nostro organismo, anche in presenza di elevati apporti di colesterolo attraverso i cibi, cerca di mantenere in equilibrio i livelli di colesterolemia mediante l'attivazione di complessi processi biochimici; tuttavia un consumo elevato, protratto nel tempo, di cibi contenenti questo grasso, innesca un meccanismo di accumulo che porterà inesorabilmente ad un innalzamento dei relativi livelli nel sangue.
All'interno degli alimenti, il colesterolo è da ricercare principalmente in quelli di origine animale, ossia nei grassi (burro, lardo, strutto, ecc.), nel latte e nei suoi derivati, nella carne, nel pesce, nelle uova. Quanto appena detto non deve creare allarmismi in quanto, escludendo i soli grassi in senso stretto, i restanti prodotti contengono percentuali variabili di colesterolo non idonee ad incrementare in modo significativo la colesterolemia - se non in caso di abuso - in persone sane e normopeso, con uno stile di vita mediamente attivo.
Un parere dell' EFSA, l'Autorità Europea per la sicurezza alimentare, conferma che un consumo regolare di cibi contenenti "betaglucani" contribuisce a mantenere in equilibrio o a ridurre il colesterolo in eccesso nel sangue. Affinché questo possa avvenire è necessaria un' assunzione quotidiana di almeno 3 grammi di questa fibra.
COSA SONO I "BETAGLUCANI"? E COME AGISCONO NELL'ORGANISMO?
Sarà probabilmente capitato di sentir parlare dei betaglucani in quanto l'industria alimentare, negli ultimi anni, ne evidenzia sempre più frequentemente la presenza all'interno dei prodotti.
Essi sono, sostanzialmente, dei polisaccaridi (polimeri costituiti da molecole di glucosio) e costituiscono la parte solubile della fibra vegetale. La particolare struttura che li contraddistingue consente loro di raggiungere l'intestino inalterati e di svolgere, in tale ambiente, sia un' azione chelante nei confronti del colesterolo che un'agevolazione della sua espulsione attraverso le feci.
PRINCIPALI FONTI ALIMENTARI DI BETAGLUCANI
Questi biopolimeri sono abbastanza diffusi in natura se si considera che sono contenuti in quantità apprezzabili in alcuni cereali (prevalentemente nella loro crusca), nei funghi, nei lieviti e nelle alghe. Per assicurarsi di introdurne a sufficienza è consigliabile un consumo regolare di orzo, avena, segale e frumento integrali, funghi, alghe (ad esempio la Chlorella) e lievito di birra.
Chiaramente, l'assunzione dei succitati alimenti deve essere subordinata alla verifica di un buono stato di salute. Come sempre, si sconsiglia il "fai da te" in quanto è necessario scongiurare preventivamente la sussistenza di intolleranze e/o allergie e di eventuali interazioni degli stessi.
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Dott.ssa Silvia Sannuto
BIOLOGA NUTRIZIONISTA